RPG&SCOLIOSI

Partendo da una concetti ampiamente verificati, Souchard ha sviluppato un metodo di rieducazione in cui sono racchiuse tutte le acquisizioni accumulate negli ultimi quaranta anni sulla comprensione della natura della scoliosi e nell’ambito del suo trattamento conservativo.
Il mantenimento dell’equilibrio assiale è proprio una delle funzioni essenziali che è necessario salvaguardare nello scoliotico: l’orizzontalità dello sguardo è prioritaria ed indispensabile e lo scoliotico la ricerca con tutte le possibili strategie automatiche.

• Nella scoliosi tridimensionale conclamata, le vertebre sono inclinate sul piano frontale, ruotano sul piano assiale (spinose verso la concavità) e sono posteroflesse sul piano sagittale (scomparsa della cifosi dorsale).

• Alcune scoliosi apparentemente bidimensionali conservano la cifosi dorsale fisiologica, addirittura coesistono con un’ipercifosi. Sembra che ci sia solo la lateroflessione e la rotazione delle spinose verso la concavità. Vedremo in seguito, che questa definizione merita di essere migliorata.

• Le scoliosi sono definite in base alla loro convessità. Una scoliosi dorsale destra (toracica destra) lombare sinistra, presenta a livello dorsale una convessità verso destra e a livello lombare una convessità verso sinistra.

• Le vertebre maggiormente inclinate di ogni curva sono definite vertebre limitanti. La vertebra situata al centro della curva, denominata vertebra apicale, è quella che presenta il maggior spostamento laterale ed è al suo livello che si può notare la rotazione più importante.

Le scoliosi sono classificate in diversi modi, sia in letteratura francese sia in letteratura anglosassone
(i cinque tipi di curva di King).
Queste differenze sono puramente accademiche dato il carattere individuale di ogni forma scoliotica. Dal confronto delle due fonti è possibile definire le scoliosi in base al numero e alla sede delle curve Scoliosi a una curva:

Cervico-Toracica.

Toracica.

Toraco-lombare.

Lombare.

Scoliosi a più curve: la curva di minor riducibilità e di maggiore importanza sia in latero-flessione sia in rotazione. è denominata maggiore. Per King si tratta della curva primitiva.
Si possono notare forme:

  • Cervico-Toraciche.
  • Toraciche Doppie (Moe )
  • Toraco-Lombari.
  • Toraciche e Toraco-Lombari.

Le forme toracica destra lombare sinistra sono le più frequenti. P. Stagnara ha definito Doppie Maggiori le scoliosi in cui le curve sono pressoché uguali (una differenza d’angolo inferiore al 10%) e di uguale rigidità.

Si definisce emicurva l’assenza d”inclinazione di una delle due vertebre limitanti.  La letteratura classifica le scoliosi in: infantili (fino a tre anni), giovanili (dai 3 anni sino alla pubertà), dell’adolescente (dopo la pubertà) e dell’adulto.

L’origine della scoliosi: la scoliosi idiopatica

Le cause della scoliosi sono estremamente varie. Tuttavia si possono identificare delle cause principali.

• Le scoliosi d’adattamento.
Una rotazione del bacino, un torcicollo, un arto inferiore più accorciato ecc, obbligano la colonna vertebrale ad attuare un compenso.

• Le scoliosi malformative.
D’origine congenita. Una vertebra cuneiforme, un’artrodesi vertebrale. etc … costringono nuovamente il rachide ad adattarsi.

• Le scoliosi neurologiche e distrofiche.

• Le scoliosi antalgiche. spesso correttamente definite false scoliosi.
Sono dovute all’ attività dei meccanismi automatici di difesa, il cui ruolo è quello di mascherare il dolore.

Nella scoliosi antalgica il dolore è spesso d’origine lombare o sacro-iliaco.

• Gli atteggiamenti scoliotici.

• Le scoliosi essenziali o idiopatiche.

Senza causa immediatamente apparente, le scoliosi pongono dunque il problema di sapere se si tratta di una malattia o di una sintomatologia. Tale argomento è l’oggetto di numerose pubblicazioni a volte contraddittorie.
Un punto in comune sembra acquisito: la causa ereditaria multifattoriale (le forme familiari raggiungono il 43%).
I disturbi della propriocezione sono ipotizzati da Yamada, dell’equilibrio da Sahlsrand.

Alcuni individuano un’associazione con la sindrome di Marfan: Thillard e Dubousset propongono la teoria di un danno alla ghiandola pineale. Ponseti ipotizza un’anomalia del collagene dei dischi e dei corpi vertebrali.
Infine, Ponseti, NordwalL Waldenstrom e Dimeglio sostengono che intervengano fattori ormonali, che giustificherebbero la predominanza della scoliosi idiopatica nella ragazza (rapporto di 1 O a 1 per Fil ho, di 7 a l per Wynne Davis).

Per coloro che si dedicano alla complessità muscolare ed articolare del rachide, non è indispensabile cercare altrove le cause della scoliosi idiopatica.
È piuttosto un corretto allineamento vertebrale ad apparire miracoloso; anche un palo rigido necessita di un buon equilibrio dei suoi tiranti per mantenere la sua verticalità.

La nostra colonna vertebrale, inoltre, è articolata. I muscoli e le articolazioni devono darle, ogni volta, sia la stabilità che la possibilità di muoversi. Il paradosso è ancora più evidente per i muscoli della statica che devono assicurare la dinamica grazie alla loro contrazione e la stabilità grazie alla loro attività tonica e alla loro resistenza fibro-elastica.
Il nostro centro di gravità è situato molto in alto, la disposizione dei visceri è asimmetrica: siamo lateralizzati e in oscillazione permanente, anche per la sola attività respiratoria. Grazie ad una piattaforma stabilometrica è sufficiente osservare il punto di caduta della linea di gravità e le oscillazioni rilevate dai sensori per convincersi che è impossibile trovare una colonna vertebrale perfetta.

Se l’equilibrio è assicurato non appena la linea di gravità cade in mezzo alla base d’appoggio, si tratta a questo punto di una somma di disequilibri e da ciò consegue un ulteriore paradosso.
Come l’equilibrista si sostiene sul filo grazie ad un bilanciere, il disassamento delle masse corporee di valore uguale e di senso contrario su tutti i piani dello spazio, contribuisce alla stabilizzazione generale della linea di gravità nel centro della base d’appoggio, sia si tratti dei piedi in stazione eretta sia del bacino in posizione seduta.
Meno le masse sono proiettate, più gli aggiustamenti posturali sono necessari.
La perfezione morfologica non si concilia con il comfort.

La fisiologia del raddrizzamento del rachide contiene nelle sue basi,  sagittale, frontale e orizzontale del rachide (R. Sohier, P. Heureux).
Una scoliosi idiopatica dopo che si è fissata, indipendentemente dalla sua causa, deve essere trattata come tale.

Le tre chiavi

Grazie all’applicazione di numerosi concetti biomeccanici originali, la Rieducazione Posturale Globale ha acquisito un’esperienza non trascurabile nella comprensione e nel trattamento della scoliosi. La prima parte di quest’opera si propone dunque di dimostrare l’esistenza costante di tre regole-chiave nella formazione e nella fissazione di questa patologia. Questi sono gli esiti di alcune osservazioni basilari.

Prima osservazione

Nonostante le torsioni tridimensionali e qualunque sia la forma, l’importanza ed il numero delle curve, la scoliosi continua a garantire la posizione eretta e rispetta automaticamente l’equilibrio generale del corpo.

Seconda osservazione

I muscoli spinali presentano sempre un forte stato di retrazione.

Terza osservazione

Ad eccezione della scoliosi antalgica, la scoliosi non deriva da una lesione. Tutte le vertebre sono libere nei loro movimenti, le une in rapporto alle altre e ciò su tutti i piani dello spazio: si tratta dunque di una deformazione morfologica a carattere macroscopico.

Quarta osservazione

Le scoliosi idiopatiche nel bambino e nell’adolescente sono indolori.
Considerando attentamente nel loro insieme queste quattro osservazioni, vale a dire: una torsione, disposta su più livelli, macroscopica, tridimensionale, indolore, che rispetta automaticamente la stazione eretta e l’equilibrio, che coesiste con un’apparente retrazione dei muscoli spinali, si giunge obbligatoriamente alle seguenti conclusioni:

Prima chiave: 

Il rachide scoliotico non può essere dissociato dai fenomeni fisiopatologici della muscolatura statica che, sola, può garantire il mantenimento del suo equilibrio in torsione.

Seconda chiave:

Qualunque sia la causa della scoliosi, la sua comparsa e il suo instaurarsi si associano ad una retrazione asimmetrica dei muscoli spinali.

Terza chiave:

La scoliosi è una patologia di adattamento subordinata alle regole dei meccanismi automatici di adattamento o di difesa.